venerdì 13 luglio 2007

IAB Seminar: quale sarà il futuro della tv?

Ho appena finito di leggere un articolo sul Daily net riguardo allo IAB Seminar che si è tenuto ieri a Milano. Argomento centrale dell'evento: il futuro della “scatola dei sogni” e dei nuovi media.
Sono rimasta molto colpita dalla dichiarazione di Pieranna Calvi, responsabile marketing & sviluppo pubblicità interattiva Rai Sipra:

«Credo che stiamo andando verso la creazione di tante piccole piattaforme chiuse che ci stanno facendo perdere l’obiettivo principale alla base dell’invenzione della tv: la comunicazione verso una massa di persone. Oggi, invece, vedo gruppi di offerte rivolte a pubblici specifici che si cerca di fidelizzare e mantenere, e l’offerta che vedo su un certo device rivolta a un determinato target non la ritrovo su di un altro. Secondo me, quindi, bisognerebbe far convergere tutto sotto un unico tetto, un unico accesso interoperabile di modo che l’unica scelta sia quella del device dal quale fruirne.».

Con tutto il rispetto per una persona altamente qualificata e professionale come Pieranna Calvi, questa volta sento di non poter condividere quanto ha detto. Io mi sento presa in causa in prima persona, perché anche io rientro nella massa di persone di cui lei ha parlato... Ognuno di noi si distingue per qualcosa, non possono piacerci le stesse cose (per fortuna!) e quindi la personalizzazione è fondamentale per incontrare i gusti di ogni singolo, o di piccole nicchie. Quindi io dico assolutamente sì agli user generated contents, al social networking, e a tutte le piattaforme quali youtube, qoob, e chi più ne ha più ne metta. Personalmente sono stanca di essere bombardata di notizie che non mi interessano, e Layla Pavone ha saputo cogliere perfettamente questa questione delicata che coinvolge tutti noi, guarda il video.

«La tv sta scappando dalla tv nel senso che sta andando su tutte le nuove piattaforme che, in un certo senso, coinvolgono ed emozionano di più. A mio avviso le nuove forme di tv, dalla Iptv alla tv sul telefonino, potranno coesistere tra di loro e con la vecchia tv di casa [...] E la fruizione sarà sempre più interattiva, sempre nell’ottica della personalizzazione: leggere solo le news che ci interessano nella modalità che preferiamo è il modo migliore per essere informati nel poco tempo che si ha a disposizione. A questo punto dobbiamo non anticipare, ma accompagnare questo cambiamento storico, tutelando sia i consumatori più evoluti sia quelli ancora ancorati ai vecchi modelli comunicativi».

In un momento di transizione come quello che sta vivendo il mondo della comunicazione digitale, è difficile capire se stiamo percorrendo la strada giusta... Io credo che dovremmo dare più ascolto al consumatore - utente.
Voi come la pensate? :)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono Pieranna.
Grazie per i complimenti.. ma forse non mi sono espressa bene al convegno... (Del resto non è facilissimo parlare con così tante persone davanti).
La verità è che io non sono contraria alla creazione di "masse di nicchie" o allo UGC, anche se non mi fa impazzire, sono contraria alle "nicchie non interoperabili".
Quando è nata la radio, quando è nata internet, gli operatori avevano tutti adottato il "modello verticale" (pensa, si doveva comprare una radio apposta per ogni stazione trasmissiva!) idem su internet prima dell'avvento della Rete.
Che fine hanno fatto questi modelli? Il diritto all'interoperabilità tecnica è cosa utile allo spettatore e NECESSARIA allo sviluppo delle nuove TV. Per fortuna i produttori di elettronica di consumo, i broadcaster pubblici, se ne stanno accorgendo e la Rete è famosa per la sua capacità di rompere barriere fittizie imposte.
se vuoi ne riparliamo.
cordialità
pieranna